Macachi e l’Arte Povera del Presepe Albisolese

di Roberta Boggi

16 gen, 2014

Arte Ceramica

Art Hotel Garden – Macachi del Presepe Albisolese

Incontro tra artigianato artistico popolano e tradizione ceramica albisolese, le statuine dei presepi albissolesi sono in bilico tra storia e leggenda. Le puoi trovare in tutte le case – anche nella hall dell’Art Hotel Garden – per allietarci durante il periodo Natalizio con i loro colori e i loro personaggi, ricchi di carattere e personalità.

Chi sono i Macachi

I Macachi sono personaggi del presepe, statuine di ceramica forgiate da secoli dalle figulinaie e posizionate con cura nelle case di tutte le famiglie albissolesi. Ancora oggi le statuine, con i loro visi semplici e vesti contadine, con orgoglio e devozione, sono disposti ogni anno nel presepe casalingo dai bambini con i loro genitori che conservano da generazioni la vivace tradizione.

Sono alte 12 centimetri e da 200 anni fanno rivivere la nascita di Gesù nella capanna con un’atmosfera che riunisce il presepe tradizionale con sfumature e personaggi liguri e albissolesi.

Macachi, tra Storia e Leggenda

La tradizione della ceramica albissolese inizia con i pignattà cioè con operai che forgiano al tornio le pentole, le pignatte appunto. Gli scarti sono gettati via ma raccolti nello stesso giorno dalle mogli degli stessi operai – le figulinaie – per essere lavorati e forgiare così le statuine.

A quei tempi coloro che lavoravano in questo settore, rappresentavano la fascia più povera degli abitanti delle Albissole, con pochi soldi per comperare un presepe: solo i cittadini più ricchi hanno statuine elaborate, grandi e preziose. Ulteriore ostacolo alla creazione dei presepi albisolesi è la venuta in Liguria di Napoleone che, con il suo laicismo, ne ha dissuaso l’esposizione nelle zone pubbliche.

Le figulinaie non desistono e forgiano e dipingono le statuine nelle botteghe al piano della strada, in silenzio, con la luce fioca delle lampade ad olio. Lavorano un anno intero, pregando, per arrivare al giorno di Santa Lucia con più statuine possibili per poi venderle alla fiera; camminano lungo la strada sterrata che porta a Savona attraverso le colline e non devono riportarne indietro neanche una. Alla sera, infatti, il prezzo delle statuine scende e lo si può contrattare.

La Tradizione Continua …

Attualmente sono pochissimi gli stampi conservati per forgiare le statuine. La tradizione continua grazie a Nanni e Simonetta Basso pronipoti di Beatrice, la figulinaia per eccellenza, che ha lasciato loro i preziosi stampini. Simonetta sa come fare: con cura minuziosa, precisione, abilità e pazienza dà vita a statuine piene di vitalità.

Personaggi del Presepe Albisolese

Oltre alla Sacra Famiglia ci sono Gelindo e Gelinda che sono i primi buoni pastori ad arrivare nella grotta con i doni per Gesù: lei con le fasce e lui con una gallina. Come non innamorarsi di Xeun e la Xeunna – il Gelone e la Gelona – due pastori che arrivano dall’entroterra con abiti caldi e molto coprenti. Poi c’è Matteo che suona il piffero e altri personaggi, ciascuno con la propria caratteristica, che completano il presepe con i suoi 25 personaggi.

Le 25 statuine sono realizzate storicamente da persone semplici, senza conoscenze e tecniche artistiche ma con tanta devozione e determinazione. Non è una rappresentazione scenica, sfarzosa, come possono essere i presepi imponenti delle nobili famiglie che espongono nei ricchi salotti.

Sono così semplici con i loro occhi, la bocca a puntini e le gote rosa … caratteristiche che son valse loro il nome di Macachi—utilizzato in modo dispregiativo da alcuni critici del secolo scorso a indicare la facilità di esecuzione.

La realizzazione delle statuine implica in realtà, precisione, esperta manualità, pazienza e ore di lavorazione.

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